Lei - Pizzeria “Da
Obongo”, buonasera.
Lui - Ciao… [voce sexy]
Lei - Buonasera [imperturbabile]
Lui - Ciao… Gattina
pizzaiola, sono io. [che fai non mi
riconosci?]
Lei - Buonasera,
mi dica.
Lui - Non puoi
parlare? C’è quel cornutazzo di tuo marito? Eh, eh, eh… Mmiaaaaoooowwww [fai le fusa, dai]
Lei - Vuole
ordinare delle pizze?
Lui - Ah, è così
che tratti il tuo orsacchiotto col bigolotto? [finto piccato]
Lei - [silenzio]
Lui - [dubbio]
Lei - Sono la
figlia.
Lui - [merda!]
Lei - Vuole
ordinare delle pizze?
Lui - Ahem, sì,
ecco… Accidenti… Hai proprio… ah, ah, ah… Ma guarda te!... La voce… Uguale alla
mamma... Precisa identica!
Lei - Ce lo
dicono tutti. Allora? Vuole ordinare le pizze?
Lui - Ah, sì,
giusto: una margherita e una capricciosa, grazie.
Lei - Vanno bene
per le nove?
Lui - Sì, sì,
benissimo grazie.
Lui - [silenzio]
Lei - [silenzio più silenzioso]
Lui - [Sinfonia di silenzio e imbarazzo per
telefono e orchestra]
Lei - Dove le
consegno?
Lui - Via Roma
10, grazie.
Lei - Nome sul
campanello?
Lui - Rossi.
Lei - [silenzio pensante]
Lui - [silenzio in preghiera: “fai finire questa
conv…”]
Lei - Ah, Rossi!
L’ingegnere del terzo piano?
Lui - Ahem, sì… Vecchio
amico della mamma… Dai tempi del liceo… Scherziamo sempre tanto… Noi due... Io
e la tua mamma… Non è che prima mi hai preso sul serio… Ecco… Io… Noi…
Lei - Me lo sono
segnato: “orsacchiotto col bigolotto”, allo stesso piano di “vulcano in
erezione” e proprio sotto “ciupaciupa senzafine”. La prossima volta la
riconosco subito e non le faccio perdere tempo.
Lui - ...
Lei - Il ragazzo stava
venendo giusto da voi.
Lui - ...
Lei - Le saluto
la mamma.
Lui - Grazie.
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