Una nuova intervista esclusiva per i lettori di Obongo Forever.
L'artista, il designer, il creativo, l'uomo della moda e alla moda che ha ridato lustro al concetto stesso di fashion.
OF: Jacques Paillette, benvenuto sulle pagine di Obongo Forever.
JP: Alquermes De L'Oreal, prego.
OF: Scusi, può ripetere?
JP: Alquermes De l'Oreal! È il nome che il mio spirito guida mi ha assegnato questa settimana.
OF: Alquermes?
JP: Esotico non trova?
OF: Mi scusi Jac... Alquermes, ma lei cambia nome ogni settimana?
JP: No, no, no, no! Io rigetto il conformismo delle scadenze! Orrore! Prrr! [fa una pernacchietta stizzita]
OF: Ma mi ha appena detto che il suo spirito guida...
JP: Mi assegna un nome ogni tanto, così... secondo l'ispirazione. Due giorni fa per esempio mi chiamavo Karl Furchenfaal ed ero a cena con amici a casa di Baldo che ha preparato la trifolata reale di emu con il ristretto di cioccolato e ananas e nella notte all'improvviso mi è apparso lo spirito guida che mi ha ribattezzato.
OF: Il suo nome è associato a tanti aspetti della moda ma lei come si definirebbe esattamente?
JP: Io sono un sinedrio creativo di aggregazione estetica.
OF: Semplificando?
JP: No, no, no, no! Io rigetto la banalità della semplificazione! Orrore, orrore, orrore! [Scuote le mani in avanti a braccia tese in un impeto di disgusto] La mia arte non accetta esemplificazioni ed io creo per diversificare e non per integrare. L'astrazione dell'opera è nell'intensità della sua concretezza e l'approssimazione distrugge ciò che non viene elaborato a livello subliminale. E' tutto nella percezione, ecco guardi questi schizzi della mia ultima collezione di biglie colorate firmate, ecco, guardi: le ho disegnate con la percezione, non con la matita.
OF: [Osservo curioso le biglie colorate] Certo all'occhio del profano potrebbero sembrare delle normali biglie colorate.
JP: No, no, no, no! Si liberi da questo pragmatismo del reale e si affidi alla sua percezione! [si tocca le tempie con le punta degli indici] Percezione! Percezione! Queste non sono biglie colorate, sono esternazioni della mia arte attraverso il vetro: su, percepisca con me! Non percepisce?
OF: [Accondiscendente] Si, credo di percepire.
JP: No, no, no, no! Lei deve rigettare il convincimento preposto! Orrore! Orrore! Rilasci il suo intuito e non si fidi delle percezioni altrui! Sono solo biglie colorate!
OF: Ma mi era parso di capire...
JP: [di colpo serissimo] Come dici?
OF: Dicevo: mi era parso di capire...
JP: Non lei; parlavo con lo spirito guida. A pranzo ho mangiato la crostata di polpo in salmì e ora lo spirito mi chiama... [si concentra, quasi in trance]
OF: Passando oltre, Alquermes, può racc..
JP: Nikolaj Topenko, prego.
OF: Come scusi?
JP: Nikolaj Topenko. È il nuovo nome che mi ha assegnato.
OF: [cancellando e riscrivendo veloce sul taccuino] Passando oltre, Nikolaj, può raccontarci come le è venuta l'idea che ha consacrato definitivamente il suo successo?
JP: Ah! La fashion definition! Avevo bisogno di convogliare le mie pulsioni creative in qualcosa di concreto ed a beneficio delle masse fashion, per tutte quelle persone che mi vedono come un punto di riferimento.
OF: In cosa consiste esattamente la fashion definition?
JP: Con il mio sforzo creativo io elaboro frasi che poi propongo alle mie sfilate. Moda da parlare non più da vestire.
OF: Cioè i modelli invece di sfilare parlano?
JP: I modello sfilano nudi e alla fine della passerella pronunciano le mie frasi leggendo da un bigliettino.
OF: Qualche anticipazione per i lettori di Obongo sulla collezione "Fashion definition" autunno-inverno?
JP: Ho deciso di dare ampio spazio all'impulso e al ragionamento, per farli coesistere in una conflittualità pacifica. Così ho pensato a "Love ergo Love", "Numero 1 per tutti", "Sempre come mai" e, la mia preferita, "Io Tu Egli Noi Voi Essi" che sono certo diventerà il modello fashion semantico della prossima stagione.
L'artista, il designer, il creativo, l'uomo della moda e alla moda che ha ridato lustro al concetto stesso di fashion.
OF: Jacques Paillette, benvenuto sulle pagine di Obongo Forever.
JP: Alquermes De L'Oreal, prego.
OF: Scusi, può ripetere?
JP: Alquermes De l'Oreal! È il nome che il mio spirito guida mi ha assegnato questa settimana.
JP: Esotico non trova?
OF: Mi scusi Jac... Alquermes, ma lei cambia nome ogni settimana?
JP: No, no, no, no! Io rigetto il conformismo delle scadenze! Orrore! Prrr! [fa una pernacchietta stizzita]
OF: Ma mi ha appena detto che il suo spirito guida...
JP: Mi assegna un nome ogni tanto, così... secondo l'ispirazione. Due giorni fa per esempio mi chiamavo Karl Furchenfaal ed ero a cena con amici a casa di Baldo che ha preparato la trifolata reale di emu con il ristretto di cioccolato e ananas e nella notte all'improvviso mi è apparso lo spirito guida che mi ha ribattezzato.
OF: Il suo nome è associato a tanti aspetti della moda ma lei come si definirebbe esattamente?
JP: Io sono un sinedrio creativo di aggregazione estetica.
OF: Semplificando?
JP: No, no, no, no! Io rigetto la banalità della semplificazione! Orrore, orrore, orrore! [Scuote le mani in avanti a braccia tese in un impeto di disgusto] La mia arte non accetta esemplificazioni ed io creo per diversificare e non per integrare. L'astrazione dell'opera è nell'intensità della sua concretezza e l'approssimazione distrugge ciò che non viene elaborato a livello subliminale. E' tutto nella percezione, ecco guardi questi schizzi della mia ultima collezione di biglie colorate firmate, ecco, guardi: le ho disegnate con la percezione, non con la matita.
OF: [Osservo curioso le biglie colorate] Certo all'occhio del profano potrebbero sembrare delle normali biglie colorate.
JP: No, no, no, no! Si liberi da questo pragmatismo del reale e si affidi alla sua percezione! [si tocca le tempie con le punta degli indici] Percezione! Percezione! Queste non sono biglie colorate, sono esternazioni della mia arte attraverso il vetro: su, percepisca con me! Non percepisce?
OF: [Accondiscendente] Si, credo di percepire.
JP: No, no, no, no! Lei deve rigettare il convincimento preposto! Orrore! Orrore! Rilasci il suo intuito e non si fidi delle percezioni altrui! Sono solo biglie colorate!
OF: Ma mi era parso di capire...
JP: [di colpo serissimo] Come dici?
OF: Dicevo: mi era parso di capire...
JP: Non lei; parlavo con lo spirito guida. A pranzo ho mangiato la crostata di polpo in salmì e ora lo spirito mi chiama... [si concentra, quasi in trance]
OF: Passando oltre, Alquermes, può racc..
JP: Nikolaj Topenko, prego.
OF: Come scusi?
JP: Nikolaj Topenko. È il nuovo nome che mi ha assegnato.
OF: [cancellando e riscrivendo veloce sul taccuino] Passando oltre, Nikolaj, può raccontarci come le è venuta l'idea che ha consacrato definitivamente il suo successo?
JP: Ah! La fashion definition! Avevo bisogno di convogliare le mie pulsioni creative in qualcosa di concreto ed a beneficio delle masse fashion, per tutte quelle persone che mi vedono come un punto di riferimento.
OF: In cosa consiste esattamente la fashion definition?
JP: Con il mio sforzo creativo io elaboro frasi che poi propongo alle mie sfilate. Moda da parlare non più da vestire.
OF: Cioè i modelli invece di sfilare parlano?
JP: I modello sfilano nudi e alla fine della passerella pronunciano le mie frasi leggendo da un bigliettino.
OF: Qualche anticipazione per i lettori di Obongo sulla collezione "Fashion definition" autunno-inverno?
JP: Ho deciso di dare ampio spazio all'impulso e al ragionamento, per farli coesistere in una conflittualità pacifica. Così ho pensato a "Love ergo Love", "Numero 1 per tutti", "Sempre come mai" e, la mia preferita, "Io Tu Egli Noi Voi Essi" che sono certo diventerà il modello fashion semantico della prossima stagione.
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