Notte d’estate, discoteca
all’aperto in Sardegna.
Obongo e sua moglie Obongjija
vanno a ballare al ritmo di tunz, tunz, tunz.
Fanno una piccola pausa per
espletare un bisognino; Obongo finisce presto e osserva la sua bellissima
consorte che pazientemente aspetta il proprio turno in fila di fronte alla
toilette delle ragazze.
I due giocano a
sorridersi e a fare facce buffe da qualche metro di distanza quando, ad un certo punto, vicino ad Obongjija
si materializza un ragazzo palesemente a caccia.
Come avremo modo di
appurare, un tipo dalla statura inversamente proporzionale all’autostima.
Obongo studia la situazione
ma non interviene, trovando già divertente la scena dell’avvicinamento del
piccoletto verso la moglie, per il semplice fatto che i capelli pieni di gel di lui
svettino all’altezza dell’ascella di lei.
Parte l’intrepido latin
lover per niente intimorito dalla differenza di altitudine; batte sulla spalla
di Obongjija e attacca con un fantasioso approccio certamente studiato nei
minimi particolari e perfezionato in anni ed anni di tentativi: “Cioè, ma tu
non sei di qui?”
E bravo il nostro
Obongaggio ed i suoi fluidi meccanismi deduttivi.
Il certosino osservatore locale ha una discreta esperienza in materia di centimetri e sa che le conterranee
misurano mediamente un metro e sessanta e poco più, decisamente meno dei quasi
due metri di Obongjija sui tacchi, e basandosi su questo sottilissimo indizio
costruisce l’impalcatura per il suo incipit.
Un po’ come avvicinarsi ad
un leone in un pollaio e chiedergli: “Cioè, ma tu non sai fare chicchirichì?”
Anche il processo mentale lascia spazio a degli interrogativi: avendo stabilito con margine di errore prossimo a zero che
la preda non è locale, perché parlarle in italiano (e con un accento così forte da rasentare il dialetto)?
Sì, la verità è che le
lingue non sono il forte del formidabile Casanova isolano, il quale però è
pronto a regalarci una performance di alta classe in tutt’altro settore: la
geografia.
Obongjija si stringe nelle
spalle divertita e osserva Obongo, non sapendo bene cosa dire o fare.
Obongo inizia a ridacchiare
facendole un cenno che va tutto bene.
Obongaggio incalza: “Ah,
stranniera… e di dovve sei?”
Obongjija capisce e
risponde: “Serbia.”
Obongaggio apre mentalmente
l’atlante sulla cartina dell’Europa, reperisce l’informazione cercata e ne
approfitta per appiccicarci un complimento fatto con il cuore: “Ah! Brattislavva,
bellissima, ci sono statto. Veri biutiful ragazze.”
Obongjija non prova neanche
ad articolare una risposta ad una frase che non ha capito bene e se la ride
beata, tanto Obongaggio da quaranta centimetri più sotto vede e non vede.
Obongaggio però ha ancora
svariate cartucce e soprattutto un cinturone foderato con una fiducia in se
stesso assoluta quanto cieca, che gli impedisce di percepire il ridicolo della
situazione e cercare fortuna altrove.
“Io (si batte il petto con
un dito), VIL-LA-SAN-PIE-TRO (fa lo spelling per farsi capire bene)… Connosci?”
Obongjija è confusa: prima
di venire in Italia ha studiato un po’ di geografia e conosce un buon numero
delle città più importanti e delle località principali, ma per qualche oscura
ragione proprio non conosce questa Villa San Pietro (circa 1,800 abitanti, ndr).
Obongjija, aggrottando le
sopracciglia: “San Pietro casa di Papa?”
Obongaggio, prodigo di
spiegazioni: “No, no… Villa San Pietro, doppo Sarroch (circa 5.200 abitanti, ndr)!”
Beh certo: se per sbaglio
nessuno sa dove è Roccapuzzetta tu lo illumini con la preziosa informazione che
si trova dietro Camposanfinferlo e lui subito capisce con precisione assoluta,
soprattutto se proviene da Bratislava.
Del resto tu stesso hai una
comprovata conoscenza geografica della Serbia tale da distinguere con esattezza
la posizione di Pratobellovic da quella di Pratobellograd, anche se ancora ti
sfugge il semplice dettaglio che non tutte le nazioni che cominciano per S condividono
la stessa capitale.
A quel punto Obongo corre
in soccorso di Obongjija salvandola da ulteriori conversazioni sulla geografia
del posto e soprattutto, visto che stava ancora imparando l’italiano, dall’assorbire una pronuncia a dir poco approssimativa.
Obongaggio, invece, passa
oltre e prosegue nella sua caccia grossa senza scomporsi più di tanto, approcciando
un’altra tipa poco più in là, la quale però, anche ella non capisce: “Ah,
stranniera… e di dovve sei?”
Tipa: "Slovakia”
Obongaggio: “Ah! Pragga,
bellissima, ci sono statto. Veri biutiful ragazze.”
1 commento:
Questa la sapevo, ma raccontata così fa tutt'altra figura, sto ridendo moltissimo!!
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