Cena di Natale a casa Obonghini.
Si mangia e si beve in allegria e la serata procede fra aneddoti e ricordi, tipici delle riunioni di famiglia.
Dopo il dolce, arriva il momento dello champagne e papà Obongo va a prenderlo dal frigo.
Vista l'atmosfera gioviale, decide di organizzare su due piedi un bello scherzetto o almeno qualcosa che deve parergli tale.
Torna verso la tavola imbandita, brandendo lo champagne e scuotendo la bottiglia in direzione dei presenti, minacciando: "ora faccio il botto!"
Ovviamente non ha alcuna intenzione di impallinare i parenti ma l'effetto della sorpresa riesce e si scatena un piccolo parapiglia di mani protese di fronte alle facce, pronte a parare il proiettile di sughero, insieme ad un vociare scomposto di "noooo", "stai attento", "è pericoloso" e via dicendo.
Qualcuno scappa perfino via dalla stanza, nascondendosi dietro un angolo e strillando insulti sconnessi.
I più fifoni, direte voi; i più saggi, ci insegnerà la storia.
Una volta ottenuto l'effetto desiderato, papà Obongo torna nei ranghi, raddrizza l'improvvisato lanciarazzi punzecchiando benevolmente i presenti: "ma dai! ma ci avete creduto davvero? ma vi pare che vi sparerei il tappo addosso? ahaha (se la ride da solo)... ma per chi mi avete preso... ahahah (risatina bis)... mica sono matto!"
Passato il pericolo, i più si risiedono e, alla vista della sparatappi adesso orientata verso l'alto, si rilassano pronti per il brindisi.
"Certo che sei proprio scemo!" insiste mamma Obonga un po' urtata e ancora non del tutto tranquilla (lungimirante mamma Obonga).
"Eddai, ma vuoi che non sappia che lo champagne si punta verso l'alto? Ecco guarda, per prudenza lo stappo mirando a quell'angolo del soffitto lassù, contenta?"
Ora val bene ricordare che Papà Obongo possiede due qualità indiscusse: una mira pazzesca e un gran talento per il biliardo.
E se la situazione richiedeva un utilizzo magistrale della prima, onde non incrementare il numero di guerci in salotto, il geometrico capofamiglia avrebbe fatto meglio a dosare l'utilizzo della seconda.
PAFF - guizza il tappo sospinto da un'onda propellente di indiavolate bollicine.
POCK - rimbalza il tappo, proprio su "quell'angolo del soffitto, lassù" (voto alla mira: 10).
POCK #2 - prosegue il tappo nella sua formidabile corsa incontrando una nuova parete.
STUD - il tappo presenzia ad un inatteso incontro con il lampadario di cristallo (voto alla carambola: 10)
SPLIIIIIT - TUGGG - AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
Gli ultimi tre furono nell'ordine:
- foglia d'acanto che si separa dal suddetto lampadario abbandonandosi alla forza di gravità;
- atterraggio della medesima foglia sulla testa di zia Obonghella;
- urlo di zia Obonghella al contatto con la foglia acuminata (la bestemmia ve la risparmio, perché era comunque Natale).
La scena a pochi secondi dalla partenza del tappo è la seguente: papà Obongo impietrito con in mano la bottiglia che rilascia spuma, gli altri commensali che lo osservano a bocca aperta (miracolosamente nessuno ha inghiottito il tappo), a parte i pochi che si erano cautamente infrattati che iniziano a ridere, il lampadario gravemente ferito, il tappo terminato in bagno dopo un "cinque sponde rovesciato" e la foglia d'acanto tutto sommato in buone condizioni, considerando l'accaduto.
Il tutto mentre un rivoletto di sangue solca il viso di zia Obonghella.
Una volta suturata la ferita, dopo averne appurato la lieve entità, la serata è proseguita senza ulteriori brindisi: ce ne fosse stato bisogno, si era visto come l'alcool, mischiato a mirabolanti carambole, possa causare fortissimi mal di testa.
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