La risposta a questa inconsueta domanda si trova alla fine di questa storia.
Una storia che comincia con Obongo e la sua famiglia (Obonga e Obonghina) che vanno a fare la spesa al supermercato.
Obongo compra un bel po’ di cose, fra le quali appunto una baguette e si avvia verso le casse.
Obongo, moderno uomo 2.0, ignora le casse tradizionali e tira dritto per quelle automatiche, che ritiene di poter addomesticare a suo piacimento.
Obonga fa presente che ha con se un certo numero di coupon che danno diritto a svariati sconti.
“Forse è meglio far fare alla cassiera, noi non sappiamo come si fa” – osserva la saggia e lungimirante Obonga
“Ma va, ci faremo spiegare come usarli dalla commessa che fa assistenza alla cassa automatica.” – replica fermo il temerario Obongo.
Obongo inizia a passare la merce sul lettore dei codici a barre.
Inizia la rutilante litania della vocina che riepiloga il conto, articolo dopo articolo.
“Plip... 1 euro e 26 centesimi...”
“Plip... 2 euro e 10 centesimi...”
“PLIIP! PLIIP! Articolo inatteso nell'area sacchetto.”
“Ah, già togli il portafogli da lì.” - distratto Obongo.
Dopo i consueti intoppi con un codice a barre illeggibile, l'inserimento della quantità esatta di pezzi dello stesso articolo, l'assistenza della commessa attesa a lungo (perché impegnata a servire un cerebroleso che sta fermo di fronte alla cassa intontito con un’aragosta in mano), Obongo termina finalmente l'odiosa procedura in un tempo comunque accettabile.
I segni di impazienza sono pochissimi e celati con professionale savoir faire.
Ma ci sono I coupon.
Non li vogliamo questi pochi euro di sconto?
Certo che li vogliamo.
Attesa dell'assistenza della commessa, parte seconda: ora è intenta a spiegare ad una cicciona che va bene scansionare le pappette, ma il gatto no.
I segni di impazienza sono ora percettibili, benché ancora lievi.
La commessa arriva, inserisce i coupon ed Obongo paga; è ora di impacchettare.
Obongo è rapido e preciso nel farlo (anni passati a giocare a Tetris, danno i loro frutti): di contro non sopporta i perentori ordini scanditi dalla pedante vocina della macchina, la quale, una volta terminato il pagamento, incalza il cliente con la solita fastidiosissima frase ad intervalli regolari “rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”.
Obongo: “Si lo so, li ho appena comprati me li voglio portare a cas...”
Macchina: “Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”.
Obongo: “No, adesso te li lascio qui, con tutto quello che cost...”
Macchina: “Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”
Per la fretta cade uno yogurt.
Obongo: “Ma porca put...”
Macchina: “Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”
Obongo, a voce altissima: “Fottiti, tu e tutta l'area sacchetto!”
Eco: “... etto, etto, etto, ...”
Molti si girano e la commessa di prima lo guarda schifata scuotendo la testa.
Macchina: “Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”
Obongo: “…”
Sette bestemmie dopo, quattro rivolte ad uno sviluppatore software troppo zelante ed altre tre ad una doppiatrice dalla voce gradevole come un cactus posizionato in area perianale, Obongo ha finalmente sconfitto la macchina e si stente adesso un eroe, per giunta aizzato dai complimenti di Obonga, che come sempre ammira le sue doti di impacchettatore implacabile, anche se certamente non calmo.
Obongo si sente un eroe, dunque, per la precisione un cavaliere Jedi.
Ed è la forza ad indicargli di sferrare l'attacco finale quando la vocina infingarda sibila nuovamente:
“Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”
La baguette è rimasta là.
La macchina, la baguette e lo Jedi: lo scenario perfetto per girare l'ultima scena.
La baguette lo guarda.
Obongo-Jedi ricambia lo sguardo.
È il momento dell'azione.
“Che la forza sia con me.”
Obongo impugna stretta la baguette sottraendola alla macchina per zittirla una volta per tutte e la rotea con possenza di fronte agli attoniti passanti: un ghigno di vittoria gli si forma in volto e sta per esclamare qualcosa di storico per sugellare il momento.
La sua trance è però interrotta quando le leggi della fisica irrompono sulla scena.
Per quelli di voi che si ricordano come siamo arrivati fino a qua, ecco la dovuta risposta: no, la baguette non può, non sa, non vuole impegnarsi a recitare alcuna parte.
La wannabe spada laser si frantuma in due pezzi e mentre un moncherino continua a fare da elsa, il resto vola via dal sacchetto, non progettato per sopportare il peso di una baguette roteata vorticosamente, schiantandosi in un mare di briciole proprio nell'area sacchetto.
Fra le risate di Obonga e il disgusto della commessa, solo una voce rompe il silenzio.
“Rimuovere gli articoli dall'area sacchetto”
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