Data cruciale nel
calendario degli italiani, arriva puntuale il Ferragosto, giorno in cui tutti,
ma proprio tutti si presentano in spiaggia per una giornata di ferie al sole.
Ecco una carrellata delle
principali tipologie di personaggi in cui ci si può imbattere sui litorali
dello stivale.
La famiglia bucolica
Si presentano in spiaggia
come una vera e propria armata alla guerra, munita di qualsiasi oggetto
utensile, dalla chiave inglese del dodici al parastinchi da rugby.
La famiglia bucolica si
sposta solo una volta all’anno, senza alcuna eccezione.
Proviene da un paese
neanche tanto lontano dalla spiaggia prescelta, ma la poca attitudine alla
trasferta rende la giornata un vero e proprio evento.
Si registra il singolare
caso di Rocca Frafrugna borgo di un centinaio di anime, popolato principalmente
da due grandi famiglie che si danno il turno per non lasciare il paese
interamente deserto: negli anni pari una delle due va in massa al mare a
Ferragosto e l’altra alla fiera campionaria della città più vicina, negli anni
dispari il contrario.
La famiglia bucolica si dispone
su un’area pari a due campi da tennis, talvolta recintata per l’occasione sin
dalle sei del mattino, orario d’arrivo in carovana di auto e furgoni vari,
pianta non meno di 45 ombrelloni e porta da mangiare quantità di cibo
sufficienti a sfamare per un mese tutta la spiaggia.
Si suggerisce al passante
occasionale di tenersi a distanza nel fatidico momento dell’apertura del
contenitore del pranzo: un bauletto capace di contenere dieci chili di vivande
in cui nonna Obonga, con l’aiuto del maniscalco del paese, ha stipato quattro
quintali del suo tipico piatto estivo, gli involtini di cinghiale fritto
ripieni di maiale.
La mandria di elefanti
Si trovano in piccoli
gruppi ma non è impossibile osservarli anche da soli.
Trattasi di esemplari di
uomini o donne discendenti di una razza caucasica incrociatasi ere fa con il mammut;
rassomigliano ad una pila informe di ciambelle di grassi idrogenati sovrapposte
una all’altra.
Indossano speciali costumi
ricavati dello stesso materiale usato per le vele dei catamarani da regata e
passano la giornata immobili sotto ampissimi ombrelloni, largamente adagiati su
sedie rinforzate al titanio.
Il come vengano posizionati
in spiaggia resta ad oggi un mistero assoluto per gli scienziati, che li
paragonano alle pietre dell’isola di Pasqua.
Fanno raramente il bagno
per non incorrere in problemi con la giustizia oltre che per evidenti problemi
logistici nei casi in cui la spiaggia non presenti un considerevole declivio
fino al bagnasciuga.
L’anno scorso Obonga Blobbi
è stata fermata per essere uscita dall’acqua con due astici dorati dalla coda
sparuta, una specie protetta, incastrati tra le pieghe del grasso sotto le ascelle.
Gli astici sono stati
liberati dopo interminabili sofferenze quando uno dei guardiacoste ha sventolato
un enorme panino con la porchetta di fronte alla Blobbi la quale ha finalmente
alzato le braccia nel tentativo di afferrarlo, offrendo così uno spiraglio
sufficiente ad estrarre le bestiole, stremate, ma ancora vive.
La mandria di elefanti è
talvolta un sottoinsieme della famiglia bucolica.
Il sirenetto poliedrico
Conosciuto anche come “tronista
monoprofilo”, costui è vanità pura condensata nel corpo di un uomo.
Passa perlomeno dieci ore
al giorno ad arrostirsi al sole in un micro costumino griffato, il cui design
esclusivo elaborato da ingegneri giapponesi e testato in speciali gallerie del
vento, estremizza i contenuti virili con effetto moltiplicazione dei pani e soprattutto
del pesce.
Depilatissimo e dotato di
sopracciglia disegnate con il fotoritocco, il sirenetto raggiunge in pochi
giorni colorazioni variabili fra il mogano bruciato ed il nero disperazione,
nonostante l’eccessiva quantità di creme e lozioni con le quali si lubrifica il
corpo in continuazione, sembrando un’oloturia sgusciata fuori da un bottiglione
di olio.
Questa sua estrema
attitudine all’abbronzatura rende talvolta poco efficace il crogiuolo di
tatuaggi strategici che arredano la sua epidermide come una mappa geografica;
dal tribalone sulla spalla, al tribalino sulla caviglia, al pensierino da terza
elementare estratto da una canzone stampato in corsivo sulla schiena.
La sua poliedricità deriva
dalla capacità di assumere sempre la posizione in cui si reputa più sexy
indipendentemente da qualsiasi posizione stia effettivamente assumendo: un po’
come un poliedro regolare che non cambia forma da qualsiasi prospettiva lo si
osservi.
Esiste anche nella varietà “sirenetto
lasso”, laddove per svariati motivi abbia saltato l’anno in palestra o la dieta
ferrea in vista della prova costume, ma indefesso si ostini a mostrarsi in
tutta la sua poliedricità prendendo le sembianze di un grosso wurstel bollito
con disegnini sopra.
Non ci soffermeremo in
questa sede sulla sua controparte femminile, la baldracca salmastra.
L’insofferente
Anche detto PSC (Pustole
Sul Culo).
Costui è refrattario al
mare e alla spiaggia in quanto tali e non concepisce l’idea di stare seduto
anche per pochi istanti sull’asciugamano a prendere un po’ di sole (da cui l’epiteto).
L’insofferente arriva in
spiaggia e già non vede l’ora di andarsene, perché diciamocelo, in spiaggia c’è
la sabbia che al contrario del cemento, delle piastrelle e del parquet è una
superficie insidiosa, piena di buche, sporca di alghe e, quand’anche pulita,
fastidiosa poiché si infila e si appiccica ovunque.
In acqua poi ci sono le
meduse e fa troppo caldo e se passano due nuvole fa troppo freddo e comunque
vada l’acqua è sempre gelida.
I vicini di ombrellone sono
tutti una massa di zotici infami che andrebbero sterminati per il bene
dell’umanità.
Visto che però in spiaggia
dovrà restarci, poiché la moglie/fidanzata/figlia ce l’ha portato, cerca di
organizzarsi alla meno peggio per sopravvivere durante la permanenza.
Si attrezza quindi con
libri, parole crociate, telefono con connessione ad Internet, pedalò (insofferente
sedentario), con biglie, secchiello, formine, palette (insofferente infante),
palle, racchettoni, bocce, aquiloni, frisbee (insofferente sportivo) e financo
muta da sub, tavola da surf, motoscafo per lo sci d’acqua, moto d’acqua (insofferente
estremo).
Il PSC rimpiange a voce
alta quei momenti in cui, seduto in ufficio con l’aria condizionata, faceva
progetti per le ferie di Ferragosto.
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