Il terzo episodio della saga dell'ispettore Naso.
Qui trovate il primo episodio e qui il secondo.
L’ispettore Naso si trovava per caso seduto su una p, a bordo piscina, quando con una t, tutto ebbe inizio.
Qui trovate il primo episodio e qui il secondo.
L’ispettore Naso si trovava per caso seduto su una p, a bordo piscina, quando con una t, tutto ebbe inizio.
Vide un tale con un
messaggio di aiuto tatuato sul torace; un tipo sospetto.
Lo seguì con gli occhi ma senza guardarlo
coi piedi.
Il tipo era un enorme blocco di muscoli
duri come la pietra: era certamente un massone.
Naso tenne le distanze, che non si
mossero.
Lo osservò da sotto molti alberi ma in
particolare da l’ontano.
Il tipo stava aspettando qualcuno mentre
controllava l’orologio al quarzo; probabilmente un altro massone, poiché si era
spostato sotto la loggia.
“M’armo!” pensò Naso “in caso la
situazione si faccia tosta”.
“Gné! Gné! Gné!” lo sbeffeggiò infatti la
situazione, confermando i sui timori.
Naso controllò la paruota, ma l’altro
massone non si trovava nei paraggi.
Prese allora una schioccia, sperando di
scovarlo, ma anche questo tentativo fallì.
Improvvisamente arrivarono altri sette
tipi, Naso capì che non mancava più nessuno: erano al complotto.
Un treno passò vicino al fiume; dalla sua
postazione Naso osservava gli Otto e occasionalmente qualche Karl-Heinz.
Osservando i polsini delle camicie Naso
stabilì che si trattava di gemelli “ecco perché sassomigliano così tanto questi
massoni”.
Una mosca saltò all’ispettore e lui la
schiacciò: "ciak", era il momento dell’azione.
Disegnò un pizzetto sotto la bocca: il
travestimento era perfetto.
Si avvicinò quatto quatto; la tattica
migliore per arrivare agli otto.
Lasciò molti anticipi sulle caparre ma
nonostante le precauzioni, uno dei gemelli esclamò “percepisco la presenza di
un acquario”.
Naso balzò fuori dalla vasca dei pesci gridando
al complotto: “fermi tutti, non fate mosse false”.
Uno di loro stava per arroccare con un
dado e un tre di coppe, ma si fermò per tempo; tempo riuscì quindi a
raggiungerlo per tempo, che riuscì a raggiungerlo per tempo, che riuscì a
raggiungerlo...
“Chi ha tempo non aspetti tempo” disse
furioso il capo dei massoni, prendendo in ostaggio un piccolo monarca e
svignandosela verso il primo piano.
La sua fuga in re minore sulle scale si
rivelò composta anche se aveva l’aria di essere improvvisata.
Da sotto il pizzetto posticcio scattò il
mento e Naso si lanciò all’inseguimento.
Di giudizio, da sarto e anche nomo: il
fuggiasco aveva già guadagnato diversi metri quando si fermò esitante, e sì,
tante persone lo stavano osservando.
Dopo poco però si era già ricomposto ed
era ripartito, anche se sarebbe stato più logico il contrario.
Nasò gli piombò addosso come un fulmine;
il massone rimase scosso come poche volt in vita sua.
Una volta stipulata la polizza, il
criminale venne finalmente assicurato alla giustizia.
L’ispettore Naso aveva risolto il caso per
caso, proprio mentre scorgeva la a al termine di questa storia.
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