Obongo e i suoi amici si
ritrovano sempre più spesso a parlare di obonghe, come si conviene ad una banda
di adolescenti scoppiettanti di salute e pieni di ormoni.
I più smaliziati possono
già raccontare le loro prime interazioni, vere o presunte, tenendo banco in
mezzo ad un capannello di altri obonghi rapiti in ascolto.
Un giorno come tanti, una
bella obonga transita in corridoio e, passando, dedica un largo sorriso ad
Obongassa, di sicuro la tessera numero uno del club degli smaliziati.
Tutti gli obonghi rivolgono
increduli lo sguardo verso di lui, in attesa di un cenno di conferma, che
prontamente arriva.
Obongassa annuisce con un
sorrisino: “Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”
Gli amici confermano con commenti
di ogni sorta, congratulandosi per la conquista.
Nel vociare si fa allora avanti
Obonguti: “Sì carina, dai… ma, ce l’avete presente quella della 5°F?”
Un paio di obonghi si
girano immediatamente e uno di loro chiede: “Non starai parlando della…”
“Sì, proprio lei, la
Gnoccobonga della 5° F” conferma Obonguti compiaciuto.
Improvviso silenzio: si
sente l’eco della “effe” farsi strada fra le facce impietrite dallo stupore.
Tutti gli occhi su
Obonguti.
Una voce balbetta
timidamente “Tu hai… la Gnoccobonga… tu e la Gnoccobonga?”
“Sabato scorso in discoteca.
Limonato sui divanetti. Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”
Si rianima il vociare e
parte un nuovo giro di commenti eccitati e di congratulazioni per la conquista
di pregio.
Seguono poi Obonghillo (sua
cugina porcella), Obonghetti (amica di sua mamma) e Obongo (fotomodella
brasiliana palesemente inventata, ma con tale forza creativa da risultare credibile
all’auditorio).
Tutti con il loro gran bel
pezzo di obonga da vantare.
Tutti tranne uno.
Obonghizio.
Un tipo non di bell’aspetto
e neanche particolarmente brillante o affascinante: insomma un tipo brutto e
pure tonto, ma per certo uno che non si arrende facilmente.
La sua fame di obonghe, ma
soprattutto l’idea di avere anche lui qualcosa da dire negli improvvisati
congressi fra obonghi, lo spinge verso un inaspettato successo.
Alla prima occasione buona,
dopo l’ennesima conquista di Obongassa e la nuova fotomodella svedese di Obongo,
prende il coraggio a due mani e attira l’attenzione su di sé.
“Guardate qua”
Ci vuole un attimo perché
gli amici capiscano che è lui che ha parlato.
Nessuno davvero se lo
aspetta.
“Guardate qua ragazzi”,
Obonghizio tira fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni.
“Ti ha rilasciato la
fattura?” sibila un sarcastico Obonghillo, generando una risata generale.
“Ridete, ridete. Questa è
la foto della mia ragazza”.
Dopo un primo momento di
incredulità, gli obonghi curiosi acchiappano la foto e la fanno girare.
Ebbene sì: la foto ritrae
Obonghizio abbracciato ad una ragazza dal corpo sinuoso e ben fatto.
Chi sia la coraggiosa dalle
belle forme, però, non è dato saperlo.
Obonghizio ne ha
opportunamente ritagliato la faccia e non per motivi di privacy o di
cavalleria.
Riconoscibile per via della
borsetta rosa shocking sopravvissuta al ritaglio, il corpo in questione viene comunque
associato alla faccia di Racchiobonga, non senza qualche difficoltà.
Le fattezze del viso della
ragazza avevano infatti sempre scoraggiato gli obonghi dal perlustrare sotto l’altezza
del suo mento, dove in effetti qualche motivo per guardare c’era anche, se si
era riusciti a superare lo scoglio dei connotati (la metafora dello scoglio non
è casuale).
Obonghizio fiero come non
mai si riprende la foto del 75% della sua ragazza e se la rimette in tasca
soddisfatto.
Mai nessuno come lui quel
giorno, fra tutti gli amici conquistatori o presunti tali, ha avuto ragione di
esclamare: “Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”
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