È una bella serata ed Obongo si
gode gli ultimi scampoli della domenica primaverile in giardino.
Non può fare a meno di notare il distinto
signor De Obonghis che va avanti e indietro tra il caminetto condominiale e la
catasta di legna da una mezz’ora buona, continuando a gettare roba nel fuoco.
“Buonasera Signor De Obonghis ha
svaligiato una macelleria? Quante bistecche deve arrostire?”
“Buonasera Obongo… No, no, non devo
cucinare. Faccio pulizia”
“Pulizia? In che senso?”
“Ormai hanno trasformato questo
caminetto in un immondezzaio, guarda qua che disastro!”
Obongo aguzza lo sguardo ma vede
solo il consueto ammasso di tronchetti, frasche e ramoscelli secchi: non
capisce dove sia il disastro.
Trattandosi di materiale che
finisce dentro il fuoco quando il caminetto viene usato per una grigliata la
catasta non è molto curata dal punto di vista estetico; nessuno si è mai
preoccupato di creare geometrie con la legna, riordinandola secondo criteri
new-age o di spruzzarci sopra un goccetto di lavanda profumata per rendere il
tutto più gradevole.
“Mi scusi, ma se non ho capito male
sta bruciando… La legna?”
“Sì, certo: faccio pulizia. Guarda
quanti pezzi, pezzettini… Tutti rotti, tutti lasciati in giro!”
“Anche tutti i legnetti?”
“Soprattutto quelli! Buttati là,
alla rinfusa, in disordine: ci penso io, oggi pulisco tutto!”
I legnetti secchi per la cronaca
venivano raccolti dai più volenterosi (Obongo incluso) da sotto gli alberi del
giardino e messi da parte con cura proprio per la loro qualità di rendere
l’accensione del fuoco immediata.
Legnetti che occupavano un posto di
prestigio nella pur modesta scala di valore tra i materiali destinati alle
fiamme.
Scala che evidentemente sfuggiva
alla furia organizzativa di De Obonghis il quale preferiva sterminarli per
futili motivi di razzismo vegetale e logistico; erano piccoli brutti e storti e
pure piazzati un po’ troppo in là rispetto alla pila allineata dei tronchi
ideali, i soli ai quali verrà riservato l’onore di ardere sotto un hamburger e
non invano.
Vista l’età di De Obonghis e,
percepito lo slancio civile con il quale buttando via chili di ottimo materiale
combustibile era convinto di rendere un servizio utile alla comunità, Obongo preferisce
allontanarsi in buon ordine.
Una volta tornato a casa, apre la
porta della dispensa e nota che c’è un po’ di disordine: buste per fare la
spesa ammassate da una parte, confezioni di pasta su ripiani diversi e
barattoli di vetro sparsi un po’ ovunque.
Obongo risistema le buste, rimette
in ordine la pasta e sceglie un paio di barattoli da buttare; poi un pensiero macabro
gli attraversa la mente e si augura, per la sicurezza del condominio intero,
che mai e per nessun motivo qualcosa osi trovarsi fuori posto nella dispensa
del signor De Obonghis.
Immondizia travestita da legna da ardere